Le "Panoramiques" della Zuber furono progettate nel 1797
per rivestire le pareti delle più importanti dimore del tempo con grandi
scene storiche e paesaggi da sogno.
Ancora
oggi a Rixheim in Alsazia, la Zuber produce, con le medesime antiche
tecniche artigianali, le più eleganti e decorative carte da parati, papier peints, cuoi e tessuti.
Rimangono le più ricercate e
"costose" soluzioni per la decorazione della casa.
Fra i bestsellers : "Eldorado", "Hindustan" o "Viste del Nord America."
La loro lavorazione richiede lunghissimi tempi di
esecuzione. Ad esempio l'edizione composta da dieci pannelli del trompe
l'oeil "Paesaggio italiano" (1812) in monocromo richiede almeno 2 mesi
di lavorazione.
Mentre il trompe l'oeil chiamato "Isola
Bella"(1842-1843), composto da diciotto pannelli e 85 colori richiede
almeno 1 anno in quanto la sua produzione necessita di 742 piatti diversi
(uno per ogni colore corrispondente ad una piccola parte di disegno).
Le carte da parati della Zuber sono classificate ancora
oggi monumenti storici, con la loro armonia estetica, la loro ricchezza
di sfumature e di tinte opache e profonde ... sono vere e proprie opere
d'arte.
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21 ottobre 2012
Zuber. Arte di pazienza e bellezza
12 ottobre 2012
NoMad NY & Jacques Garcia
Il NoMad è il secondo albergo nato in questo quartiere rimasto "senza nome" per qualche decennio. In passato nessuno metteva piede in
questo grande quartiere poco attrattivo dove solo i grandi rivenditori
all’ingrosso di profumi e bijoux si contendevano il marciapiede. Tutto è cambiato dopo che il parco è stato rinnovato nel
2001 e dopo l’apertura dell’Ace Hotel nel 2009. NoMad è il diminutivo di North of Madison Square Park a
qualche blocco di distanza da Union Square ed è situato in posizione strategica. Andrew Zobler , uno degli acquirenti dell’Ace Hotel,
acquistò nel 2007 un magnifico immobile il “Johnson“ in stile Beaux Arts del 1905 situato sulla Brodway all’angolo con la 28
Street con una splendida vista sui mitici Flatiron e Empire State Buildings.
Per la decorazione e per l’allestimento ingaggiò Jacques
Garcia che accettò di mettere mano al suo primo albergo made in Usa. Il NoMad è diventato così un mélange di
romanticismo francese e contemporaneità americana.
La sua facciata maestosa e i suoi alti soffitti sono
maestosi. All’interno la lobby è ricca di velluti neri e tappezzerie dorate. Dietro la reception paraventi e pannelli ricamati, alla
sinistra il ristorante Atrium è una citazione del Costes di Parigi con i suoi
paralumi in stoffa e i suoi erbari. Le 168 camere hanno tutte un letto king size, un paravento in
velluto, una splendida vista e sono molto luminose. Sono un mix di stile
vintage e arte contemporanea…… NoMad New York
6 ottobre 2012
Jacques Grange il Decoratore per eccellenza
Jacques Grange a differenza di molti designer di oggi, ha ricevuto
una rigorosa formazione classica. Quando era ancora un adolescente, frequenta a Parigi l'école Boulle, dove apprende l'arte della
tessitura, della stuccatura e dell'ebanisteria. Afferma che "se io
sono un decoratore di successo, è a causa di mia madre, che mi ha suggerito di iscrivermi a
quella scuola".
Successivamente ha frequentato l'école Camondo, una scuola
di interior design, per conoscere la storia dell'architettura, del design e
delle arti decorative. Dopo la laurea entra a far parte dello staff
dell'incomparabile Henri Samuel. "Avevo 23 anni, e tutto mi sembrava
possbile", ricorda. "Volevo lavorare per Samuel, lui per me era come un
re e desideravo iniziare a decorare immediatamente.... ero interessato
solo a quello da quando avevo 15 anni. Era la mia Passione". Anni dopo apre il suo
studio di design presso il negozio di Didier Aaron, antiquario di Parigi, e ora
è partner con il figlio di Didier, Hervé' Aaron. Nel 1980, Jacques Grange acquisita appartamento di Colette,
al Palais-Royal a Parigi. Lo modifica mantenendo inalterato lo spirito del luogo. Tra i suoi clienti: Yves Saint
Laurent e Pierre Bergé, per la quale ha decorato il "castello
Gabriel" in Benerville-sur-Mer, nello stile di ""Alla ricerca del tempo
perduto.
Francis e Sophia Ford Coppola per i quali ha decorato Palazzo
Margherita a Bernalda (Matera) in Italia.
I suoi clienti abituali sono Isabelle Adjani, Caroline di Monaco, Alain Ducasse e François Pinault.
A New York, ha realizzato la decorazione della gioielleria di Paloma Picasso del Mark Hotel su Madison Avenue, e dell 'Hotel Barbizon.
I suoi clienti abituali sono Isabelle Adjani, Caroline di Monaco, Alain Ducasse e François Pinault.
A New York, ha realizzato la decorazione della gioielleria di Paloma Picasso del Mark Hotel su Madison Avenue, e dell 'Hotel Barbizon.
Il suo stile è un assortimento di stili in armonia tra sapori
tradizionali e contemporanei. "Io non voglio stare nei limiti posti da un gusto prestabilito," Grange dice.
"Mi piace correre dei rischi....
25 settembre 2012
A casa di Sofia Ford Coppola "Palazzo Margherita"
Palazzo Margherita, costruito nel 1892 a Bernalda dalla famiglia Margherita, è un vero palazzo del 19° secolo. La città ha dato i natali e la casa di Agostino Coppola, nonno di Francis Ford Coppola, affettuosamente chiamata "Bernalda bella." Francis ha acquistato il palazzo nel 2004 con il desiderio di
trasformarlo in un piccolo e lussuoso hotel, credendo che fosse il
momento di introdurre gli ospiti a questa splendida regione ancora da
scoprire. La campagna circostante, che è stata fondata dai greci prima dell'era
romana, fa parte della Magna Grecia ellenica-le zone costiere del Sud
Italia, dove l'agricoltura locale prospera producendo frutta e verdura,
così come l'uva Aglianico usato per fare vini con lo stesso nome.
Incastonata tra le antiche città di Metaponto e Matera, la zona è ricca
di storia, tra cui le case-grotte primordiali chiamate "Sassi di
Matera", un patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Il
Palazzo è stato completamente ristrutturato da Francis Coppola e
d'acclamato designer francese Jacques Grange. La creazione di un
lussuoso hotel è un'esperienza autenticamente italiana che introduce gli
ospiti in un mondo privato di comfort sontuoso. Grange
ha progettato le maioliche dei pavimenti e dei rivestimenti del bagno, i
mobili esotici, e una tra le più belle suite, che è in stile tunisino
per onorare Francis
Coppola tunisino da parte di nonna.
Il Palazzo è circondato da giardini, cortili e da una piscina, tutto a pochi passi da una
piccola, vivace città in cui il visitatore è un amico e vicino di casa
piuttosto che un turista.
Francis desiderava che il Palazzo diventasse un luogo che i suoi figli avrebbero voluto visitare ancora e ancora, e, pertanto, ha invitato tutta la famiglia a contribuire alla creazione del progetto.
Francis desiderava che il Palazzo diventasse un luogo che i suoi figli avrebbero voluto visitare ancora e ancora, e, pertanto, ha invitato tutta la famiglia a contribuire alla creazione del progetto.
Gli interni
sono in Stile con pavimenti in maioliche e i soffitti dipinti in
affreschindi ispirazione marocchina o barocca. Tutti i piani del Palazzo sono stati
restaurati dal marmo originale.
http://www.coppolaresorts.com/palazzomargherita/About/Location

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21 settembre 2012
Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini, la fabbrica dei capricci.....
Lui
filosofo delle forme e dei colori, lei architetto: insieme, artefici di scenari
sospesi nel tempo per suscitare meraviglia. "Altro che nasconderci dietro il minimalismo,
qui accade il contrario". Immaginando l’abitare
quotidiano come una scena sospesa, che rievoca un passato riposizionato in un
odierno durevole, negli anni e nei desideri, ci si può immergere negli ambienti
creati da Laura Sartori Rimini e Roberto Peregalli. L’architetto e il filosofo che da due decenni
costruiscono ville, interni, scenografie e ristoranti a Milano e nel mondo,
sogni aperti al pubblico oppure molto privati, raccolti anche nel volume L’invenzione
del passato, appena edito da Bompiani, hanno un carattere che corrisponde
alle loro idee, decise e precise. E l’ufficio che le custodisce non allenta la
morsa, ponendosi con ingombrante presenza sin dall’ingresso, senza concessioni.
«Normalmente negli studi di architettura è tutto nascosto dietro il
minimalismo, qui è il contrario».
Su questo non si discute, anche perché troppo concentrati a non inciampare,
rovesciare o calpestare nulla. Una folla di oggetti assedia chi varca la soglia
dell’appartamento diventato ufficio, un lunghissimo corridoio con sfilata di
forme enigmatiche come asse portante, la peculiare sala riunioni a sinistra, le
stanze di Laura e quella di Roberto in fondo a destra, e poi cucina, archivio,
zone dei collaboratori, tutto come in una casa, più che fascinosa, più che
altro piena. Ovunque, busti e modellini, lucidi e tessuti, quadri e libri,
accessori e campioni di piastrelle, disegni e mosaici, una sinfonia che
spaventa, incanta, confonde. Il loro capriccio è quello di non farsi trascinare dalle mode, la storia
come appiglio contro le novità di tendenza, e dunque di passaggio. Un lusso che
richiede ogni volta una vera regia.
AnnaMaria Sbisà
16 settembre 2012
"Wendy Artin" pittrice di luce
La luminosità della luce solare riflessa, delle zone d'ombra luminose ed in tutte le sue opere, una viva percezione del tempo che passa. Wendy Artin è sempre stata la pittrice della luce.
Wendy Artin, pittrice americana, studia presso la Scuola del Museo di Belle Arti di Boston e si specializza presso la Scuola di Belle Arti di Parigi.
Ha trascorso buona parte del suo tempo viaggiando e vivendo all'estero; dipingendo spesso per strada e presso i musei utilizzando carboncino ed acquerelli.
Il
suo lavoro è figurativo e classico ed esplora le interazioni della luce
sulle diverse superficie, siano esse riferite al corpo umano o alle
rovine romane. Attualmente vive a Roma. Il marito (Bruno Boschin) è
proprietario della Libreria del Viaggiatore di Roma.
“I paint to pay tribute to the beauty that I see, to remember how the light was making puddles of shadows, how the tree trunks punctuated the sky. I try to keep the materials I use fresh, the marks active and varied. I love the way watercolor washes and spreads, the way charcoal grazes the surface of the paper.
“I paint to pay tribute to the beauty that I see, to remember how the light was making puddles of shadows, how the tree trunks punctuated the sky. I try to keep the materials I use fresh, the marks active and varied. I love the way watercolor washes and spreads, the way charcoal grazes the surface of the paper.
The picture I make is
somewhere between what the real thing looks like and what the materials look
like, loose and precise. I often have to
paint the same subject over and over, until there is the right combination of
freshness and detail. And then the
sunlight moves, the shadows change, and there is a totally new image.”
Fra le gallerieche espongono le sue opere: la Gurari Collections di Boston, Massachusetts, USA, e la Galerie du Passage di Parigi, France.
Fra le gallerieche espongono le sue opere: la Gurari Collections di Boston, Massachusetts, USA, e la Galerie du Passage di Parigi, France.
(grazie Pia)
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