20 ottobre 2013

Stile Shabby chic, decapé e provenzale


Il termine Shabby Chic nasce alla fine degli anni 80 dalla designer americana Rachel Aswell. Un mobile shabby chic per essere definito tale deve raccontare una storia e quindi deve avere già vissuto in altre case prima della vostra. Caratteristica prima è quindi quella del recupero (dalla casa di una zia, nel negozio di un rigattiere, o da un mercatino delle pulci). E la modifica da parte vostra o di un esperto della patina originale con colori tenui e cere neutre o pigmentate.
Lo stile decapato invece nasce da una tecnica di origine francese di velatura del legno con prodotti specifici che permettono di intravedere la “vena” del legno sottostante.
La differenza tra lo stile shabby, il decapato e il provenzale, è data dalla tonalità.
Nello stile shabby chic e in quello decapato il legno è solitamente ridipinto nei toni del grigio chiaro, del giallo “guscio d’uovo” o del bianco.
Nello stile provenzale invece si utilizzano i toni pastello, preferibilmente l’indaco, il lavanda e l’azzurro carta da zucchero. La lavorazione del mobile "Shabby Chic" include una serie di processi di " invecchiamento" ricreati ad hoc per esprimere il loro esistere nel tempo.
In concreto, la patina di un mobile si traduce in un mutamento cromatico dei pigmenti naturali del legno, delle finiture, della pittura, della lacca o di qualsiasi altro materiale applicato al mobile (oro, argento, osso, avorio, tartaruga ecc.), nell'abrasione delle superfici (come il logoramento di una modanatura o dell'oro) e nelle "craquelure” che colpiscono il legno e i materiali di cui è costituito un mobile.

L'effetto Shabby chic ricreato con maestria può ingannare anche i più  esperti conoscitori del legno.

















Riccardo Barthel







Portamarina Antichità












Barbara Maldini Atelier

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